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uscita il 16 novembre 2010

giovedì 19 febbraio 2009

ARISA - la semplicità che merita SanRemo.


Quest'anno non avevo ancora parato di San Remo anche perchè per impegni personali non ho potuto seguirlo in modo assiduo come negli anni passati. Le prime due serate sono però riuscito a guardarlo nell'ultima parte, diciamo dalle 23,30 in poi.
Mi sembra un programma di buona conduzione, mediocre musica con punte davvero sopra il livello medio.
Forse la mia piu grande sorpresa è stata lei, una nuova proposta: ARISA con la canzone SINCERITA'.
Da subito orecchiabile con musica semplice, come d'altro canto preannuncia il titolo anche l'immagine della cantante stessa,ARISA appunto, è semplice seppur ben definita.
Sicuramente dietro c'è un forte lavoro di styling e studio del make up sul quel viso con caratteristische uniche e un ipatto televisivo forte. Diciamolo pure, non è la classica stangona con bella voce. ma siamo a san remo e non a miss italia.
Per me merita la vittoria, qui a sanremo e nella sua vita artistica!

1 commento:

CornflakesBoy ha detto...

Intanto parliamo di lei e del colpo d’occhio: assolutamente fantastica! Sembra una scolaretta (un po’ intimidita) in mezzo all’esercito che l’ha preceduta di salutiste, glamourosissime simil-divette tirate a lucido e piallate da mani sapienti. Lei orgogliosamente sfoggia un vestitino mortificante (che neanche venerdì degli Addams…), degli occhiali fuori taglia e impegnativi (che neanche Elthon John degli anni ’70…), un nasetto da tartufi (che neanche Barba Straisand…)!!! E anche la performance è perfetta nella sua semplicità: ha cantato con le mani dietro la schiena…. un po’ come una studentessa elementare reciterebbe la sua poesia di Natale davanti a mamma e papà (impara, Marco Tommasini, impara!)! Ecco ti immagini di sentire da una così una canzone di isolamento, piena di autocommiserazione e nelle quali qualunque adolescente non particolarmente a proprio agio con il ribollimento ormonale poteva trovare sollievo e diletto.
E invece no! Tutta compiaciuta ti canta della semplicità di essere felici! Destabilizzante, no? La canzone è decisamente carina: pop nel senso più alto del termine. Un ritornello che ti si appiccica in testa e che a me ha fatto ricordare un po’ il Gruppo Italiano (quelli di “Tropicana”). Anche l’arrangiamento è decisamente più intrigante e diverso rispetto ai polpettoni sentiti finora: tutti con aperture orchestrali e un gran crescendo di archi. Ascoltate solo il sapiente uso (trattenuto) dei fiati di “semplicità” per capire la differenza tra una canzone ruffiana e una bella canzone easy-pop.
E questa è proprio la canzone di cui, come ha scritto Paolo Giordano (“La solitudine dei numeri primi”) nel testo recitato da Haber, il festival ha bisogno. Una canzone che ti faccia sognare, che ti faccia per un momento mettere da parte i pensieri sulla crisi, sulle difficoltà, sulla mediocrità e ti regali 3 minuti di irresistibile piacevolezza. Proprio come un cioccolatino Lindor!